Il test del DNA è il modo più affidabile e sicuro per confermare la relazione biologica tra due individui. Il test comunemente più utilizzato è il test di paternità che può stabilire con certezza se il presunto padre sia oppure no il padre biologico del bambino. Un test di paternità è molto diretto; i campioni sono raccolti personalmente dagli interessati con un tampone orale e spediti al laboratori per le analisi; esistono tuttavia casi in cui il presunto padre è deceduto, quali sono le possibilità per chi rimane e vuole avere risposte?

In che modo si può procedere?

Molti potrebbero pensare che in questi casi la verità è destinata a rimanere nascosta per sempre, ma non è così. I passi avanti compiuti nel campo della ricerca della tecnologia del DNA, permettono oggi di avere varie alternative per stabilire l’identità paterna. Una di queste è il Test di Parentela che è molto simile al Test di Paternità, ma coinvolge l’analisi dei campioni dei membri stretti della famiglia per confermare i vari tipi di relazioni esistenti.  I test posso essere fatti tra fratelli, zii, nipoti e nonni.Esistono comunque anche altri modi per fare un Test di Paternità e i tre casi che andrò ad elencare aiutano a capire come si possono affrontare situazioni diverse.

Primo caso – deceduto recentemente

Se il presunto padre è deceduto recentemente ed è possibile raccogliere materiale biologico dal suo corpo (di solito il tempo limite non supera una settimana dalla morte), è raccomandabile che l’interessato cerchi di ottenere campioni di capelli con la radice, o ritagli di unghie. Un laboratorio qualificato è in grado di estrarre il DNA da questo tipo di campioni e usare i risultati del DNA per  effettuare la comparazione e stabilire la paternità.

Secondo caso – campioni disponibili

Nel caso in cui il corpo sia già stato sepolto, è possibile raccogliere campioni indiretti; per esempio oggetti che il defunto ha usato recentemente e che contengono ancora trace del suo DNA. Uno spazzolino, un fazzoletto usato, la cicca di una sigaretta possono contenere il DNA utilizzabile per le analisi. Il successo dell’estrazione del DNA a partire da questo tipo di campioni varia molto da caso a caso; potrebbe non essere sufficiente il materiale biologico raccolto per garantire il risultato.

Terzo caso – riesumazione del corpo

In casi estremi è possibile riesumare i resti del corpo per estrarre il campione di DNA. Se il corpo è stato sepolto per molti anni e ne rimane solo lo scheletro, è raccomandabile che venga raccolto un frammento di osso dal corpo del femore e/o dell’omero del peso circa di 2 grammi e/o due denti.  In questo caso, la procedura prevede ovviamente dei costi molto elevati e varie difficoltà; è raccomandabile chiedere aiuto e consiglio ad un esperto nel campo, per esempio ad un patologo forense, prima di procedere alle analisi.

Se siete interessati a fare il le analisi del DNA o un esame  di Paternità non esitate a contattarci.