Percentuali di successo nell’estrazione di DNA da campioni non standard

Nella prima parte di quest’articolo abbiamo esaminato alcuni dei principali campioni non standard usati per ottenere un campione di DNA da usare per un test. In quest’articolo valuteremo invece le percentuali di successo dei vari tipi di campioni e come possono variare da un campione ad un altro.

I campioni non standard non possono sempre garantire l’estrazione di un Profilo DNA. Nel caso dei tamponi buccali è possibile non riuscire ad ottenere un profilo DNA in pochi casi, per esempio nel caso in cui il prelievo non sia stato eseguito correttamente oppure se il tampone si degrada a causa di una non adeguata asciugatura all’aria, e ciò si verifica con una probabilità molto bassa, vicina al 2%. Di norma comunque si associa una probabilità alta, media o bassa alla riuscita nell’estrazione di DNA a ciascun tipo di campione (in alcuni casi si è in grado di fornire una probabilità più esatta).

Alta probabilità (80%): Per campioni come il sangue intero o capelli con radice, per un laboratorio qualificato, l’estrazione di DNA è considerata procedura relativamente semplice. In questi casi, quanto più il campione è maneggiato in modo adeguato durante il prelievo e l’invio dello stesso al laboratorio, tanto più alta sarà la probabilità di successo nell’estrazione di DNA.

Media probabilità (50%-60%): Per campioni come spazzolini da denti o mozziconi di sigaretta, la percentuale di successo nell’estrazione di DNA dipende da molteplici fattori tra i quali quanto questi oggetti sono stati usati e/o le loro condizioni di conservazione. Una sigaretta fumata per intero, recuperata da un cestino in casa, ha una probabilità di riuscita nell’estrazione molto superiore rispetto ad una sigaretta fumata poco e gettata per strada e soggetta alle intemperie.

Bassa probabilità (20% – 30%): Per campioni come denti o ossa, dai quali estrarre DNA è relativamente difficoltoso e oneroso in termini temporali, il tentativo di estrazione dovrebbe essere affidato esclusivamente a laboratori specializzati. In questi casi al cliente è consigliabile contattare in via preliminare il laboratorio per verificare il loro livello di esperienza e se accetteranno il campione ed a che costo.

La classificazione sopra riportata è comunque solo una guida di riferimento di massima dal momento che, come abbiamo visto, non è solo rilevante la tipologia del campione ma anche altre variabili possono avere una loro influenza:

  1. Condizioni di conservazione scarse (ambiente umido o estremamente caldo, ecc)
  2. Condizioni di prelievo non ottimali (possibile contaminazione con altro DNA o sporco)
  3. Quantità di DNA non sufficiente.

E’ importante evidenziare come la percentuale di successo nell’estrazione è molto legata anche alle capacità tecniche del laboratorio. Non tutte le strutture che sono in grado di eseguire Test DNA di Paternità su dei tamponi buccali sono in grado di estrarre DNA da altri materiali per le analisi presunto padre e figlio. Più il campione è difficile da trattare (come ad esempio denti o ossa), maggiore è la specializzazione richiesta al laboratorio.

Per concludere è importante evidenziare che con tutti i campioni non standard vi è sempre il rischio che l’estrazione di DNA non vada a buon fine. Perciò chi intenda inviare questa tipologia di campioni, specialmente se ve ne sono disponibili un numero limitato (come in caso di persona defunta), è bene che valuti bene questo rischio. Scegliere un laboratorio altamente qualificato (possibilmente con una specializzazione forense) può aiutare a minimizzare questi rischi.

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