Oltre 12 milioni di persone si sono iscritte durante la “mania del test del DNA a domicilio”. Le persone cedevano il loro DNA, generalmente con un campione di saliva. Questa pratica era molto diffusa tra coloro che volevano saperne di più sulle loro origini. I motivi per saperne di più sulla propria etnia erano molteplici: alcuni erano semplicemente curiosi, mentre altri lo vedevano come un’opportunità per saperne di più sui genitori che non erano più presenti. Queste strutture per i test del DNA promettevano di identificare la storia di famiglia con un semplice campione. Ma potrebbe bastare per porre fine al razzismo nel mondo?

I risultati del test venivano inviati alla gente via email e rappresentavano un’analisi dettagliata del campione di DNA per paese d’origine, creando una mappa digitale in cui veniva posizionato il DNA.

La risposta poteva essere mista come 43% nigeriano, 1% keniota e poi, improvvisamente, avere il 55% di origini irlandesi. Una grande differenza, probabilmente dovuta alla combinazione del lignaggio dei genitori.

Ciò ha causato molti shock e cambiamenti nella vita della gente che ha scoperto tracce della loro origine ad essa ignota, portando a delle ricadute emotive sulla propria identità: alcuni hanno improvvisamente abbracciato il loro nuovo lignaggio culturale, altri lo hanno negato apertamente, altri ancora hanno messo in dubbio la legittimità dei test sull’origine del DNA perché non hanno caratteristiche che indicherebbero che uno Stato è quello d’origine.

Fu allora che la gente iniziò a dubitare di quanto veniva promesso. Veniva garantito di vedere tutta una serie di razze e colori pubblicizzati per i test, affermavano che il test faceva scoprire più di quanto si poteva fare da soli, davano anche del materiale per prenotare un viaggio nel luogo d’origine del DNA per saperne di più. Tutto questo ha portato ad un enorme aumento delle vendite del settore al punto che si stimava un valore totale di oltre 7,7 miliardi di sterline entro il 2022. Il leader della società dei test dello scorso anno, AncertryDNA, ha avuto oltre 1 miliardo di sterline di entrate.

Quando aumenta la popolarità di qualcosa, però, c’è sempre un aumento dei dubbiosi. La gente comunicherà informazioni genetiche personali assieme ad altri dati sensibili che saranno liberamente disponibili agli hacker del sito del test del DNA open source. Una struttura che fa ricerche sul DNA in California, GEDmatch, è stata usata dalla polizia per catturare un serial killer molto produttivo, il Golden State Killer. Tuttavia, la privacy non è il solo problema da affrontare quando sottoponiamo un campione genetico volontariamente ad estranei, dobbiamo fare i conti anche con le ricadute emotive che si possono verificare scoprendo notizie inquietanti sulle proprie origini e che arrivano fino alla crisi d’identità che può generare depressione nelle persone ed anche dispute familiari.

Una donna di nome Ayshah Blackman è stata invitata in uno show televisivo nel Regno Unito chiamato “The Secrets In My Family” Era una donna semplice sulla cinquantina, nata da una famiglia di origine caraibica che attualmente vive a Londra. Era cera di sole due cose riguardo la sua famiglia:

  1. Aveva un lignaggio indiano
  2. Suo padre ha un’altra figlia con la quale non aveva alcun legame

Blackman è stata costretta a partecipare al test AncestryDNA per scoprire di più sulle sue origini e potenzialmente portarla dal fratello scomparso da tempo, ma i risultati del test non erano quelli previsti ed hanno dimostrato che in realtà non aveva nessun legame col suo retaggio indiano. Questo l’ha portata a dubitare seriamente della sua identità ed esistenza, domandandosi se la sua famiglia stesse mentendo o se fosse avvenuto qualcosa da qualche parte lungo l’albero genealogico. Tutto questo ha anche distrutto la visione della sua stessa famiglia.

Il risultato di AncestryDNA ha mostrato che le origini del DNA di Blackman sono radicate nell’Africa occidentale. La Blackman ha dichiarato che si aspettava un collegamento con l’Africa occidentale per via di un 43% nel Benin e nel Togo. Il test le ha dato anche un 13% proveniente dalla Scandinavia ed una parte nativa americana e britannica, ma nessuna connessione con l’India. Blackman ha dichiarato di provare una profonda agonia per aver scoperto che tutta la storia della sua famiglia si fondava su una bugia.

La propria discendenza è un qualcosa di cui fare tesoro perché può essere facilmente confusa con anni di riproduzione interrazziale, colonialismo, schiavitù e persino stupro. La storia degli antenati di una persona è l’unica cosa che può legarti al retaggio di famiglia. Incidenti come il caso Blackman sono alcuni esempi in cui storie e narrazioni vecchie di generazioni sono state improvvisamente distrutte per via di un test del DNA.

Le dichiarazioni finali della Blackman nello show riguardavano il suo sentirsi depressa per la sua tribù di ascendenza indiana nonostante per decenni fosse stata orgogliosa di quella presunta linea di sangue. “Se dovessi farlo di nuovo, non lo farei”, ha dichiarato la Blackman.

In internet puoi guardare più video di persone che mostrano i risultati dei test del DNA affinché tutti possano vederli. Queste persone tratterebbe tutto il processo come una sorta giocattolo rivelatore, poiché prendono il kit e fanno tutto il processo di tamponamento delle guance e mostrerebbero i risultati. La maggior parte è scioccata e sconvolta dai risultati ottenuti ed inizia a mettere in discussione la propria identità. In alcuni di questi video, queste persone si confrontano coi propri genitori sul fatto che siano stati fedeli o meno l’uno all’altra. Questi video hanno causato tante polemiche e, ad oggi, sono ancora un problema dilagante.

Uno di questi video è stato pubblicato su Youtube da una donna di nome Shana Dennis, di 34 anni. Questa donna mostrava la sua esperienza nel tentativo di scoprire di più sul suo retaggio poiché era nata in India ma è stata adottata da una famiglia australiana quando aveva solo 6 anni. Ha fatto eseguire il test settimane fa da AncestryDNA e questa analisi ha dimostrato che non aveva nessun legame col suo retaggio indiano nonostante fosse nata lì, dimostrando invece che le tracce nel suo DNA portavano la sua origine in paesi dell’Asia centrale come Afghanistan, Kazakistan, Uzbekistan e altri. Il 44% del suo DNA proveniva da un luogo che non avrebbe mai pensato fosse sulle sue origini del DNA. Tuttavia, i commentatori del video le hanno suggerito di usare il campione di DNA grezzo che ha inviato ad AncestryDNA e di inviarlo presso altre società come “DNA.Land” e “WeGene”.

I risultati erano, nella migliore delle ipotesi, altamente incoerenti con quelli di DNA.Land, che ha posizionato la maggior parte del suo pool genetico in Cina con una corrispondenza del 29%. WeGene, invece, pone l’origine cinese del DNA al 58%. Nel tempo sono intervenute altre strutture per il test del DNA, dando risultati ancora più variabili. Secondo MyHeritage, ad esempio, il suo pool di DNA ha effettivamente origini in Mongolia con una corrispondenza del 21%.

Tutto questo ha generato una grave confusione sia sulla legittimità di questi centri per il test del DNA che sulle sue origini familiari.

Anche un’altra donna, Racheal Nye di 30 anni da Londra, aveva deciso di sottoporsi al test del DNA nella speranza di capire le vere origini di sua nonna, dichiarando che quest’ultima cambiava spesso risposta se le veniva chiesto dove fosse nata originariamente. Sua nonna, inoltre, aveva persino 2 passaporti diversi con nomi diversi. La curiosità di Racheal ha avuto la meglio ed ha deciso di sottoporsi al test del DNA per scoprire le sue origini.

Inizialmente si aspettava qualcosa come un’origine britannica o africana per via del fatto che sua nonna una volta affermò di essere di entrambi i paesi. Il centro di analisi del DNA “23andMe” ha dimostrato attraverso i risultati del test che le sue origini erano europee per il 76,9%, in particolare Regno Unito, Francia e Scandinavia. Tuttavia, il suo retaggio africano si è rivelato meno dettagliato con il 21,9% del suo DNA proveniente dall’Africa subsahariana, il 13,9% dell’Africa occidentale, il 5,1% dell’Africa orientale e lo 0,4% di “cacciatore-raccoglitore africano”.

I risultati si sono rivelati inconcludenti per Nye per via dell’incoerenza nella ripartizione della sua origine africana. La maggior parte della popolazione mondiale ha avuto origine nella cultura africana, tuttavia la maggior parte delle aziende che effettuano il test del DNA non riesce a risalire alle origini del popolo africano. Ciò, a sua volta, ha portato molte persone a dichiarare razzista la struttura per il test del DNA.

Da allora, la società 23andMe ha lanciato diverse iniziative nelle regioni africane per fronteggiare il problema e migliorare il proprio database. L’azienda ha istituito l ‘”African Genetics Project” col quale sono stati forniti alla popolazione africana dei kit gratuiti per il test del DNA qualora avessero tutti e 4 i nonni nati nello stesso paese africano, tribù o gruppo etnico. Altri progetti come il “Populations Collaborations Project” sono ora in corso e permettono loro di studiare conglomerati remoti ed inviare i dati direttamente al loro database.

Tuttavia, questo ha solo generato ulteriori polemiche attorno alla società in quanto è stato dimostrato che stanno vendendo le informazioni ricevute da quegli abitanti dell’Africa alle principali aziende farmaceutiche come “GlaxoSmithKline” per scopi di ricerca per creare nuovi farmaci da vendere alle persone basati proprio sul loro DNA. Gli utenti in Africa sono stati informati che avrebbero acconsentito a partecipare alla ricerca scientifica solo quando si sono registrati per il test del DNA senza informarli dei dettagli che avrebbero effettivamente fornito.

Ciò ha generato un forte contraccolpo nei confronti delle strutture che eseguono il test del DNA in quanto usano informazioni private sensibili delle persone da vendere illegalmente a grandi aziende che necessitano di più informazioni su di esse. Una grave violazione della privacy e dei diritti umani. L’essenza stessa e le origini del DNA di una persona potrebbero essere usate per discriminare clienti e potenziali dipendenti prima ancora che questi possano tentare di entrare in contatto solo per via della storia dei loro antenati. Anche la giustizia penale può usare tutto questo per determinare le origini dell’accusato, come se ciò si traducesse in una pena diversa.

AncestryDNA ha ricevuto 34 richieste in totale da parte delle autorità e ne ha fornite 31. Altre società, come MyHeritage ad esempio, dichiarano di inviare una email al proprietario per chiedere se vuole la distruzione definitiva del suo campione, ma non esistono prove che dimostrino che avvenga tale distruzione. È stata condotta una ricerca presso una struttura di ricerca biomedica nel Massachusetts. Nonostante la registrazione del DNA fosse completamente anonima, tale struttura è riuscita ad identificare 50 persone. Questo mostra solo il numero di rischi per la privacy esistenti anche quando pensiamo di essere al sicuro.

Mark Thomas, docente di genetica evolutiva presso l’University College di Londra, ha dichiarato che i test del DNA casalinghi in realtà non analizzano gli antenati e stanno causando molti problemi affermando di poter risalire alla linea di discendenza d’ogni individuo semplicemente consegnando il campione.

Il primo problema riscontrabile nelle dichiarazioni delle strutture che effettuano un test del DNA è che analizzano il campione usando un loro database composto da altri campioni ricevuti da altre persone in vita. Il campione viene inviato tramite un tampone o un test in provetta che contiene un frammento di DNA, il quale viene poi confrontato con quello delle persone nel loro database al fine di ricavare un numero basato sulle persone che corrispondono. Il problema con quest’analisi del DNA è che non cercano realmente gli antenati, ma si concentrano sul separare il DNA il più possibile per abbinare ogni singolo genoma con quello delle persone con cui si ha anche una corrispondenza distinta o stretta . Semplicemente mescolano e fanno combaciare un DNA con altri, invece di usare i dati storici per cercare la linea di sangue ancestrale.

Il secondo problema con queste strutture è la portata limitata di dati derivanti dai campioni. 23andMe affonda le sue radici nel suolo americano mentre AncestryDNA è più specializzato sui clienti britannici ed australiani. Queste strutture contengono solo una quantità finita di DNA storico per risalire effettivamente all’origine di una persona. L’America e la Gran Bretagna hanno una vasta gamma di razze miste che si sono alternate sul loro suolo nel corso dei secoli, ma non hanno i mezzi per rintracciare effettivamente, quindi è falso che affermino di poter trovare gli antenati di una persona.

Un altro problema è il modo in cui generazioni di ascendenza possono crollare di fronte ad una persona. Ogni generazione condivide più parti delle origini con un’altra: prima i genitori, poi i nonni, i bisnonni e la lista continua all’infinito. Se controlliamo il DNA con parenti di 10 generazioni precedenti alla nostra, probabilmente scopriremo di non aver nemmeno un gene in comune con quella.

Il dottor Yaniv Erlich, uno scienziato che lavora per MyHeritage, spiega come viene effettuato il test dell’etnia. La loro premessa è che essa viene eseguita interamente su campioni di inglesi che hanno i cosiddetti “buoni rappresentanti del DNA”, cioè che hanno tutti gli 8 bisnonni nati in Inghilterra. Questa azienda crede che l’evoluzione stia procedendo a passo di lumaca, quindi affermano di poter “ricostruire” il genoma di un individuo risalendo fino ad oltre 200/300 anni indietro.

Tuttavia, è stato dimostrato dagli scienziati genetici che tali affermazioni sono incoerenti. Sheldon Krimsky, un accademico americano, afferma che i marcatori o il DNA d’oggi non possono corrispondere al DNA di gente nata oltre 400 anni fa. La colonizzazione africana, ad esempio, ha generato più bambini interrazziali i cui patrimoni genetici individuali sarebbero impossibili da rintracciare. Esistono marcatori genetici significativi che condividono la stessa origine, ma ciò non significa che tali geni siano automaticamente originari di quel paese o in quella persona. L’evoluzione e la mescolanza dell’uomo hanno confuso i geni al punto che il DNA d’oggi non può corrispondere al DNA di chi è nato centinaia di migliaia di anni fa.

È possibile, ad esempio, che un padre abbia tracce genetiche proprie del Ghana ma non abbia nulla a che fare con quel paese anche se i suoi genitori o nonni erano del Ghana. Allo stesso tempo, potrebbero semplicemente avere le stesse somiglianze genetiche con le persone vicino al Ghana, ma in realtà potrebbero provenire da un paese del tutto diverso come la Nigeria.

La domanda su cui invece ci si dovrebbe concentrare sarebbe “perché vogliamo così tanto capire i nostri antenati per trovare la nostra identità?”. Non sarebbe più semplice, invece, capire la nostra “etnia” dai tratti culturali e sociali? L’individualità di una persona non dovrebbe essere basata sul colore della pelle né sulla storia dei suoi antenati, ma dovrebbe essere basata sull’analisi di un individuo come persona. I nostri tratti individuali ci definiscono, non la nostra linea di sangue.

Le aziende che analizzano il DNA stanno semplicemente usando la parola “etnia” in modo fantasioso per definire la propria razza e colore. Uno studio genetico ha dimostrato che non è possibile definire una razza come una cosa sola perché tutti hanno geni misti. La formazione dei geni non è equamente distribuita dai nostri genitori, quindi puoi vedere genitori birazziali con un bambino dalla pelle più chiara o scura dell’altro. Le razze delle persone sono sempre create in una certa maniera, tuttavia queste aziende usano tale parola come mezzo per sfruttare le persone facendole pensare che le loro origini siano ciò che le definiscono. Stanno promuovendo le nozioni di razza invece di accettare che siamo un mondo misto. e lo fanno per guadagnare e far instillare la paura nei cuori di molti.

Molte note strutture che eseguono test del DNA sono state messe sotto la lente d’ingrandimento della scienza per analizzare i loro proclami riguardo l’etnia e i risultati mostrano che esistono diverse risposte. AncestryDNA afferma di essere la punta di diamante dell’analisi genetica e dichiara d’avere “migliaia” di campioni di DNA di tutto il mondo accompagnati da un albero genealogico documentato per dimostrare un profondo retaggio in particolari regioni. Tuttavia, 23andMe non considera “l’etnia” nella sue analisi, ma “composizione di ascendenza”. Il rappresentante di MyHeritage, Yaniv Erlich, d’altra parte, dichiara che “l’etnia non è codificata nei geni, ma questo costrutto creato dall’uomo può essere correlato con le variazioni genetiche”. Questa è la loro reazione quando qualcuno estrapola l’etnia.

Decodificare la storia di una persona è solo una piccolo pezzo utile a capire la propria identità e non si dovrebbe mai negare il proprio retaggio in base a ciò che un sito Web afferma. L’ascendenza è qualcosa che si perpetra culturalmente, indipendentemente dall’origine o dal colore della pelle e la linea di sangue non definisce la persona che si è. I geni possono raccontare la storia di famiglia, ma la storia personale la scriviamo noi giorno dopo giorno.

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